Barefoot è un’idea semplice.
Un ciclo d’interviste a galleristi italiani, con ventuno domande e ventuno risposte. Non solo arte, ma anche letteratura, musica, cibo e tanto altro. Piccoli spunti di riflessione e di ispirazione.
Per entrare e mettersi comodi, a piedi nudi, tra le mura di una galleria.
1. Città d’origine, città attuale e città nella quale vorresti aver vissuto, in questa vita o in una precedente.
Canelli, Milano e New York.
2. Il progetto di ricerca della galleria in un tweet.
Un femminismo sublimato.
3. Il mestiere del gallerista è.
Istinto razionale.
4. Una galleria, Italia a parte, che vale la pena visitare.
The BOX Gallery, Los Angeles.
5. La passione più grande.
A costo di essere banale, l’Arte.
6. Chiudi gli occhi e immagina una gioia.
Un gin tonic.
7. Un libro che ti ha ispirato.
I libri di poesia che nessuno legge più.
8. Beatles o Rolling Stones?
Beatles.
9. Marina Abramovic o Ulay?
Entrambi negli Anni Settanta.
10. Zuppa di?
That’s Amore Findus.
11. Il bollettino di salute dell’arte contemporanea, in Italia.
Anemia mediterranea.
12. Un personaggio della Storia con cui avresti voluto sbronzarti.
Il Grande Gatsby, l’ultimo vero romantico.
13. Una/un donna/uomo della letteratura che avresti voluto amare.
Flannery O’Connor.
14. Un detto popolare della tua terra.
Lavorare stanca (più che un detto, il titolo di una raccolta di poesie di Cesare Pavese).
15. Il vino più buono mai bevuto.
Barolo 1964.
16. Il miglior artista di tutti i tempi, nella Storia dell’arte. E perché.
Fidia.
17. Il menù che cucini per una cena fra amici.
Non cucino.
18. Il pezzo musicale che ogni essere umano dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita.
Sunday Morning.
19. Quando hai bisogno di “spegnere il cervello”: strategia?
Nuotare.
20. Sindrome di Stendhal. Ti è mai davvero capitata? Quando?
Si, 28 volte.
21. Lasciaci un frame di te, fra vent’anni.
Arte e Natura.