Per il secondo appuntamento di Galleria Cracco, progetto nato per volontà dello chef, di Sky Arte e dell’agenzia di comunicazione Paridevitale, i MASBEDO realizzano Romans Roman (Hommage à Roman Signer), una videoinstallazione incentrata sul tema dell’attesa.
Carlo Cracco ama l’arte e Sky Arte ama Carlo Cracco. A coronare questa unione i MASBEDO, duo composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. Ma andiamo con ordine: nasce lo scorso aprile, per volontà dello chef e di Sky Arte, oltre che dell’agenzia di comunicazione Paridevitale, il progetto Galleria Cracco. L’intento è coinvolgere artisti italiani contemporanei nella realizzazione di interventi site specific per le lunette che sovrastano le vetrine del ristorante in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. A dare il via alla rassegna fu Patrick Tuttofuoco con l’opera Heterochromic (Rosa e Carlo), due occhi, uno di Cracco e l’altro della moglie Rosa Fanti, fruibili da tutti coloro che attraversavano il cosiddetto salotto di Milano. Terminata questa esperienza, a fare da trait d’union tra food, arte e architettura sono ora Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni.
Sodalizio artistico nato da un incontro fortuito – come loro stessi raccontano, fu un curatore a farli conoscere – i MASBEDO collaborano dal 1999 alla creazione di videoinstallazioni e performance incentrate sul tema dell’assenza e dell’incomunicabilità. Per il secondo appuntamento di Galleria Cracco, il duo realizza Romans Roman (Hommage à Roman Signer), un trittico composto da tre video (uno per ciascuna lunetta) che dà vita a un’ipnotica e surreale immagine complessiva. Al centro della videoinstallazione vi è infatti una situazione di attesa a cena: due donne e un uomo (interpretati da Federica Fracassi, Emanuela Villagrossi e Maziar Firouzi) sono seduti attorno a un tavolo apparecchiato dove regna un’atmosfera sofisticata e straniante e dove la carica di magnetismo e seduzione è tangibile. Così, sospesi in uno stato quasi magico di tensione erotica, i protagonisti vivono il turbamento per un sottinteso gioco a tre, sempre sul punto di innescarsi ma mai espresso, fino a quando, improvvisamente, cominciano a scatenarsi le prime scintille che deflagrano in veri e propri fuochi d’artificio.
«Il tavolo è una metafora», raccontano Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni «simbolo per eccellenza dell’idea di condivisione e comunicazione, si trasforma invece nel luogo dell’incompatibilità, dell’estraneità, uno spazio di contrasti in cui mistero ed immediatezza convivono». Del resto, non è la prima volta che il duo utilizza il tavolo come elemento capace di figurare le pulsioni incontrollabili della mente e l’energia dirompente che invade lo spazio: protagonista di Teorema d’Incompletezza (2008) e di Ionesco Suite (2013), in Romans Roman (Hommage à Roman Signer) esso non è più svincolato dalla presenza umana, che diventa anzi personaggio centrale. A questa il tavolo sembra servire la condizione stessa dell’attesa, che, contrariamente a quanto accade nella società odierna, abituata a consumare avidamente tutto e subito, è invece elemento cardine dell’erotismo, fonte di stimoli e fantasie, di aspettative e aspirazioni, capace di produrre sorpresa e meraviglia, ma anche ansia e sospetto.