Barefoot è un’idea semplice.
Un ciclo d’interviste a galleristi italiani, con ventuno domande e ventuno risposte. Non solo arte, ma anche letteratura, musica, cibo e tanto altro. Piccoli spunti di riflessione e di ispirazione.
Per entrare e mettersi comodi, a piedi nudi, tra le mura di una galleria.
1. Città d’origine, città attuale e città nella quale vorresti aver vissuto, in questa vita o in una precedente.
Venezia. Milano. L’Havana.
2. Il progetto di ricerca della galleria in un tweet.
Sperimentazione, ricerca, luogo d’incontro.
3. Il mestiere del gallerista è …
Folle.
4. Una galleria, Italia a parte, che vale la pena visitare.
Marian Goodman Gallery.
5. La passione più grande.
L’arte.
6. Chiudi gli occhi e immagina una gioia.
Avere i miei figli alle inaugurazioni in Viasaterna.
7. Un libro che ti ha ispirato.
“Davanti al dolore degli altri” di Susan Sontag.
8. Beatles o Rolling Stones?
Beatles.
9. Marina Abramovic o Ulay?
Marina (Anni 70/80).
10. Zuppa di?
Miso.
11. Il bollettino di salute dell’arte contemporanea, in Italia.
Battito irregolare.
12. Un personaggio della Storia con cui avresti voluto sbronzarti.
Gertrude Stein.
13. Una/un donna/uomo della letteratura che avresti voluto amare.
Gabriel Garcia Marquez.
14. Un detto popolare della tua terra.
La vita xe fiama (Biagio Marin).
15. Il vino più buono mai bevuto.
Trebbiano di Valentini e il Gavi de La Raia.
16. Il miglior artista di tutti i tempi, nella Storia dell’arte. E perché.
Marcel Duchamp.
17. Il menù che cucini per una cena fra amici.
Sarde in saor.
18. Il pezzo musicale che ogni essere umano dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita.
Keith Jarrett, Koln Concertk.
19. Quando hai bisogno di “spegnere il cervello”: strategia?
Corro.
20. Sindrome di Stendhal. Ti è mai davvero capitata? Quando?
Sì, la prima volta davanti “La Tempesta” di Giorgione.
21. Lasciaci un frame di te, fra vent’anni.
Gioco a volley a Copacabana.