Barefoot è un’idea semplice.
Un ciclo d’interviste a galleristi italiani, con ventuno domande e ventuno risposte. Non solo arte, ma anche letteratura, musica, cibo e tanto altro. Piccoli spunti di riflessione e di ispirazione.
Per entrare e mettersi comodi, a piedi nudi, tra le mura di una galleria.
1. Città d’origine, città attuale e città nella quale vorresti aver vissuto, in questa vita o in una precedente.
Savona. Milano. Parigi, anni Venti.
2. Il progetto di ricerca della galleria in un tweet.
Ricerca.
3. Il mestiere del gallerista è …
Appassionante ma faticoso. Più che un mestiere è una passione.
4. Una galleria, Italia a parte, che vale la pena visitare.
David Zwirner.
5. La passione più grande.
L’arte e il cinema.
6. Chiudi gli occhi e immagina una gioia.
Una bella opera d’arte.
7. Un libro che ti ha ispirato.
La biografia di Leo Castelli.
8. Beatles o Rolling Stones?
Beatles.
9. Marina Abramovic o Ulay?
Ulay.
10. Zuppa di?
Ceci.
11. Il bollettino di salute dell’arte contemporanea, in Italia.
Purtroppo non buono.
12. Un personaggio della Storia con cui avresti voluto sbronzarti.
Magritte.
13. Una/un donna/uomo della letteratura che avresti voluto amare.
Jane Austen.
14. Un detto popolare della tua terra.
Ce ne sono troppi …
15. Il vino più buono mai bevuto.
Champagne Dom Perignon.
16. Il miglior artista di tutti i tempi, nella Storia dell’arte. E perché.
Non vorrei dire eresie …
17. Il menù che cucini per una cena fra amici.
Pesce: antipasti e taglierini con astice.
18. Il pezzo musicale che ogni essere umano dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita.
“An Eye for and Optical Theory” di Michael Nyman.
19. Quando hai bisogno di “spegnere il cervello”: strategia?
Non riesco mai a spegnerlo.
20. Sindrome di Stendhal. Ti è mai davvero capitata? Quando?
No, mai. Ma sto male quando vedo brutte opere d’arte.
21. Lasciaci un frame di te, fra vent’anni.
Mi auguro ancora in buona salute e sopravvissuto a questo ambiente …