È un percorso emozionante quello che dal 18 ottobre al 31 dicembre viene proposto negli spazi della Biblioteca Ambrosiana di Milano: si chiama The Kitchen. Homage to Saint Therese e vede Marina Abramović confrontarsi con l’energia interiore di Santa Teresa d’Avila.
Metafora della memoria familiare, prima che luogo fisico, la cucina è protagonista di The Kitchen. Homage to Saint Therese, la performance con cui nel 2009 l’artista serba Marina Abramović rilegge un episodio di levitazione mistica attribuito a Santa Teresa d’Avila, tra le più importanti figure del cattolicesimo, mentre prepara una minestra. Realizzato con video e fotografie nella cucina abbandonata di un ex convento spagnolo adibito dal 1955 al 1996 a orfanotrofio, il progetto è ora presentato nella sua interezza negli spazi della sala Sottofedericiana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano. Dal 18 ottobre al 31 dicembre sarà quindi possibile rivivere l’emozionante percorso che prende avvio da una meditazione sulla finitezza della vita e culmina con l’immagine dell’artista che si solleva, a formare quasi una croce, sopra lo spazio dell’antica cucina ancora perfettamente allestita.
«Entrare lì dentro per me è stato una sorta di miracolo accaduto di fronte ai miei occhi», ha dichiarato l’Abramović: «Lì sono confluite le immagini di mia nonna e la nostalgia per la sua cucina», quando questa, continua l’artista, «era il centro del mondo, il posto in cui venivano raccontate tutte le storie, venivano impartiti tutti i consigli sulla mia vita e si leggeva il futuro nelle tazze di caffè». Non sorprende quindi come il ciclo di performance fosse nella testa dell’Abramović praticamente da sempre. A far nascere l’interesse dell’artista nei confronti della vita interiore della santa è stata però la lettura dell’Autobiografia, un diario che Teresa scrisse nel 1562 sotto la direzione del suo confessore e che documenta l’intensità della sua esperienza spirituale. Come racconta Elena Gervasoni nei testi del catalogo, l’Abramović ne è stata colpita al tal punto da ritagliarne degli stralci e sovrapporli ai propri scritti.
Curata da Giuseppe Frangi, direttore scientifico di Casa Testori, l’esposizione si compone di tre video che vivificano, rinnovandolo, un grande tema della tradizione. L’artista ha tuttavia chiarito che questo suo mettersi fisicamente sulle tracce delle esperienze spirituali documentate da Teresa non ha nulla di confessionale. A interessarle è invece l’energia interiore, messa in risalto con rigore e profondità anche dall’allestimento dell’architetto Martina Valcamonica. Naturalmente poi l’idea di proporre The Kitchen nella sua interezza ha a che vedere con la natura del luogo in cui l’opera è allestita: «Siamo in uno spazio contiguo alla Cripta di San Sepolcro, le cui origini risalgono all’XI secolo, oggi tornata a splendere grazie a un provvidenziale e riuscitissimo restauro», ha infatti spiegato il curatore. Ecco perché, con la sua atmosfera raccolta e la grazia dei motivi architettonici, la Cripta offre il completamento esperienziale a una performance così densa di spiritualità.