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I Tarocchi di Dalí in un nuovo libro

di Alessia Delisi - Novembre 22, 2019

Introvabili dal 1984, anno della loro prima pubblicazione, i Tarocchi creati dall’artista Salvador Dalí escono oggi accompagnati da un prezioso volume edito da Taschen. 78 carte, tra Arcani maggiori e minori, permettono di scandagliare il futuro, tra simbolismo originale e rivisitazioni surrealiste.

Dalle taverne alle corti rinascimentali, dal gioco d’azzardo al semplice passatempo fino ad arrivare ai maghi e agli occultisti, i Tarocchi sono sempre appartenuti ai circoli bohémien e liberali. Il loro impiego è stato vario e frequente, vantando anche artisti che sia in passato che in tempi più recenti hanno fornito la propria chiave di lettura. Uno su tutti è sicuramente Salvador Dalí. Già dedito alla magia e all’occultismo, l’artista – compagno di strada dei Surrealisti, amico di Luis Buñuel e Federico Garcia Lorca, nonché genio per sua stessa autoproclamazione – creò ciascuna delle 78 carte che compongono il mazzo combinando il simbolismo originale con la propria sensibilità e lo stile inconfondibile che lo caratterizza. Il risultato è un’opera d’arte unica, introvabile dal 1984, anno della sua prima uscita, e oggi pubblicata da Taschen in una nuova edizione a cura di Johannes Fiebig, tra i massimi esperti di interpretazione psicologica di simboli e oracoli.

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A incrementare la magia di queste carte è la leggenda vede Dalí cimentarsi con gli oggetti di scena del film dell’agente 007 Vivi e lascia morire (1973). Fu infatti il produttore Albert Broccoli a commissionare al maestro spagnolo un mazzo personalizzato di Tarocchi. Dalí si mise al lavoro con entusiasmo, continuando il progetto da solo anche quando l’accordo contrattuale fallì (presumibilmente per il prezzo troppo alto richiesto dall’artista, non a caso ribattezzato da Breton “Avida Dollars”, con un anagramma del suo nome). E questo spiegherebbe perché la carta de L’Imperatore è interpretata proprio da Sean Connery. Ma si dice anche che a ispirarlo sia stata l’inseparabile moglie Gala, che con l’artista condivideva l’interesse per il misticismo.

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Ciascuna delle 78 carte è naturalmente accompagnata da una spiegazione che aiuta a eseguire la lettura e dà alcuni consigli pratici anche a chi non è avvezzo all’arte della torologia. Ad aprire il mazzo naturalmente c’è lui, Dalí, raffiguratosi come Il Mago, colui cioè per il quale tutto è possibile e che sopra il tavolo, davanti a sé, tiene una serie di elementi che può utilizzare a piacere. Nel caso dell’artista naturalmente, oltre a un bicchiere di vino, una pergamena e due pezzi di pan de crostons catalano, anche un orologio molle, diventato uno dei suoi marchi di fabbrica da quando lo ha ideato nel dipinto del 1931, Persistenza della memoria. Da qui ha inizio il viaggio esoterico dell’artista, tra rivisitazioni surrealiste e strumenti per scandagliare i misteri della mente umana.

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Gianni Valentino