Il difficile momento che l’Italia sta attraversando a causa dell’epidemia di COVID-19 non può farci smettere di viaggiare con la fantasia. E chi, come noi, ha a che fare con l’arte tutti i giorni ha forse il dovere di incoraggiare la pratica dell’immaginazione ora più che mai.
Questa settimana vi offriamo quindi un volo in giro per l’arte d’Europa: il nuovo sguardo all’opera del re della Pop Art Andy Warhol proposto dalla Tate Modern di Londra, le opere dell’artista statunitense Edward Hopper alla Fondation Beyeler di Basilea ed, infine, Nam June Paik al Museo Stedelijk di Amsterdam.
Dopo parecchi anni d’assenza, la Tate Modern presenta dal 12 marzo al 6 settembre una grande retrospettiva dedicata a Andy Warhol. Nelle sale del celebre museo londinese, i curatori Gregor Muir, Fiontán Moran, Yilmaz Dziewior e Stephan Diederich, propongono una raccolta intima dell’artista, attraverso un centinaio di opere: dalle famose icone pop con le bottiglie della coca-cola ed i ritratti di Marylin Monroe, ad alcuni lavori – inediti per il Regno Unito – appartenenti alla serie “Ladies and Gentlemen” del 1975. Andy Warhol ha rappresentato negli anni ’60 e ’70 il fulcro della scena artistica newyorchese, sostenitore del consumismo (o no? la sua posizione in merito è sempre stata ambigua) e della controcultura, ha reinventato l’arte in un periodo di immensi cambiamenti sociali, politici e tecnologici.
Nota gourmet: nel periodo di apertura della mostra il ristorante del museo offrirà ai suoi ospiti un menù ispirato alle opere in mostra.
Per maggiori informazioni: https://www.tate.org.uk/whats-on/tate-modern/exhibition/andy-warhol
Fino al 16 maggio, la Fondation Beyeler di Basilea rende omaggio a Edward Hopper. La mostra comprende una panoramica completa delle opere realizzate durante la sua carriera, un’esposizione di settanta lavori, acquarelli e dipinti ad olio, dagli anni Dieci agli anni Sessanta, in cui i suggestivi paesaggi sono i protagonisti assoluti. A rendere la mostra maggiormente interessante, un cortometraggio in 3D, realizzato dal regista tedesco Wim Wenders dal titolo “Two or Three Things I know about Edward Hopper”: un confronto diretto con i quadri di Hopper tradotti in un film, messi in relazione con la pittura, il cinema e le nuove tecnologie 3D. Famoso per la maestria nel calibrare i colori e la luce, l’artista americano ha ritratto un’America quotidiana e intima dipingendo stazioni di servizio, bar, alberghi e scorci di ambienti privati e riuscendo a raccontare uno spaccato della vita moderna americana.
Per maggiori informazioni: https://www.fondationbeyeler.ch/en/exhibitions/edward-hopper/
Lo Stedelijk Museum domina il panorama dei musei di Amsterdam per quanto riguarda l’arte moderna e contemporaneo. Dal 14 marzo al 23 agosto presenta la mostra “The Future is Now” dell’artista statunitense, di origine sudcoreana, e pioniere della videoarte, Nam June Paik. La mostra traccia la sua carriera artistica di oltre cinquant’anni attraverso installazioni, sculture video, televisori modificati e robot. La sua arte riflette una connessione costante tra il mondo occidentale e quello orientale con una vena però sempre innovativa che comprende una varietà di mezzi espressivi che spaziano dalla scultura alla performance, alla musica ed alle rappresentazioni in diretta. Sessualità e meditazione, tecnologia e lirica, semplice gesto ed esuberante euforia, sintesi e iterazione: si mescolano, senza imbarazzo, in uno sguardo che valica ogni confine, geografico e culturale, simbolico e spirituale. La mostra vuole mettere in luce le sue collaborazioni con altri artisti: il compositore John Cage, il coreografo Merce Cunningham, il violoncellista Charlotte Moorman e l’artista Joseph Beuys.
Per maggiori informazioni: https://www.stedelijk.nl/en/exhibitions/nam-june-paik