Nonostante la chiusura dei suoi otto spazi espositivi a Zurigo, Londra, New York, Los Angeles, Hong Kong, Gstaad e St. Moritz e nel Somerset, la galleria svizzera più conosciuta al mondo – Hauser & Wirth – ha lanciato, il 25 marzo, la sua nuova piattaforma online “Dispatches”. Una raccolta di proposte virtuali, in cui sono presenti anche video originali, che mette in relazione il pubblico a casa con gli artisti della galleria.
Come progetto inaugurale la galleria porta sulle scene digitali, fino al 25 aprile, la personale “Drawings 1947 – 2007”, una selezione di disegni, stampe ed acquerelli realizzati dall’artista franco-americana Louise Bourgeois.
Come sempre in Bourgeois, il disegno è usato per rappresentare ricordi e stati emotivi: dall’amore alla felicità, dalla paura alla rabbia per sfociare nella disperazione; il suo universo interiore. I soggetti – che variano da rappresentazioni figurate ad astrazioni vere e proprie – rimandano a un simbolismo personale, passando per l’anatomia, l’architettura, la geometria ed il mondo naturale, senza mai allontanarsi dalla produzione scultorea. Le sue opere sono caratterizzate da simboli e metafore ricorrenti. L’opera Senza titolo, per esempio, realizzata nel 1970, raffigura una spirale che occupa l’intera tela: secondo l’artista questo movimento consecutivo è associato alla paura di perdere il controllo ma, allo stesso tempo, anche alla libertà di rinunciare a cercarlo.
La Bourgeois nasce nel 1911 ed inizia a disegnare in età molto giovane, aiutando i suoi genitori nel restauro degli arazzi, progettando modelli che necessitano di riparazioni. Con il passare del tempo, i disegni diventano parte integrante della sua vita, una sorta di diario di viaggio in cui raccontare il proprio essere, le proprie emozioni più significative, strumenti in grado di calmare la sua ansia interiore. Il disegno è per lei un modo per alleviare la tensione psichica che spesso la disturba.
Come nell’opera Spit or Star del 1986 che raffigura grandi forbici blu con accanto un altro paio rosso più piccolo, posate al di sopra di un paesaggio brullo. Numerosi i suoi significati reconditi: da un alto, il riferimento è al lavoro della famiglia borghese dell’artista, alludendo alla riparazione ed al restauro degli arazzi, dall’altro, questi oggetti sono metafora della madre con il bambino ed il taglio può indicare sia un gesto di separazione netta che di guarigione. Agli alberi, infatti, per risultare rigogliosi e forti, si devono tagliare i rami secchi che in quel momento li costringono ad arretrare piuttosto che fiorire.
Ogni opera porta un messaggio all’osservatore che è invitato ad entrare nella vita dell’artista ma ancora di più nella sua sensibilità artistica.