A pensarci bene, sembra incredibile che nel bel mezzo di una pandemia e di una crisi globale straordinaria, tutto il mondo abbia trovato il tempo e le energie per sollevarsi contro il razzismo o, per usare un’espressione più attuale che rende meglio l’idea, contro il razzismo sistemico. Un barlume di speranza. Forse.
L’onda di quel momento, anzi lo tsunami, si è fatta più grande e travolgente anche grazie a gesti, segnali, iniziative, più o meno importanti, più o meno forzati (ma la forzatura va bene, da qualche parte si dovrà pur cominciare) promossi dal mondo dell’arte a vari livelli.
E non poteva essere diversamente: il cambio che si richiede è di natura innanzitutto cultural-simbolica ed è dal mondo della cultura che personalmente mi sarei aspettata i primi – e non solo quelli – passi.
In queste settimane i miei occhi sono caduti su alcuni di questi gesti e ve li riporto perché vengano all’attenzione della seppur piccola comunità che ci segue.
Artsy dedica una sezione alle Black-Owned Galleries. All’interno della più ampia rubrica intitolata “Imagining the New Normal” dedicata alle trasformazioni culturali che questo terribile 2020 sta portando con sé, la più importante piattaforma di compravendita di opere d’arte dedica una sezione alle gallerie fondate da persone di colore, a cura di Mikhaile Solomon. “Quello che mi ha sempre turbato – dichiara il curatore – è per quale motivo la traiettoria della carriera di un artista termini in una White-Owned Gallery”. Eppure, le Black-Owned galleries hanno negli anni fatto un egregio lavoro di talent scounting portando all’attenzione della comunità artistica internazionale artisti dai percorsi straordinari. Una selezione di questi è presentata, appunto, da Artsy e la trovate qui: www.artsy.net/collection/mikhaile-solomon-picks
Black Art Library, il progetto che riunisce le pubblicazioni dedicate alla cultura visiva nera. È la fine del 2019 quando Asmaa Walton si rende conto che l’educazione artistica statunitense non dà sufficiente attenzione alla cultura visiva nera. L’idea della pagina instagram @blackartlibrary nasce da lì: pur senza particolari velleità, vuole colmare quel vuoto suggerendo antologie, libri d’arte, cataloghi di mostre e monografie nate in seno alla black culture.
Nel giro di poche settimane raccoglie intorno a sé una comunità che non solo è curiosa di conoscere quella fetta di cultura, ma che partecipa attivamente all’arricchimento della biblioteca: da un nucleo di poche decine di libri di proprietà della stessa Asmaa, la biblioteca ora conta centinaia di volumi frutto anche di donazioni. La Walton vorrebbe adesso trasformarla in un luogo fisico.
Apre il 2 dicembre la stagione virtuale della Alvin Ailey American Dance Theater. La compagnia di danza AAADT nasce nel 1958 dalla volontà del ballerino e coreografo Alvin Ailey (1931-1981) di creare uno spazio per i ballerini neri. Nelle sue fasi iniziali, si compone di sette danzatori. Nel 1963, Ailey apre la compagnia a un gruppo multirazziale per evitare di incorrere nell’errore di escludere danzatori non di colore assecondando nei fatti quella società esclusiva ed escludente che lui stesso contrastava. Il repertorio è interamente dedicato alla cultura afroamericana: ne utilizza la musica e ne racconta le esperienze. Dal 2 dicembre, in occasione delle celebrazioni per i suoi 60 anni, la compagnia propone una stagione virtuale gratuita, fruibile dal sito www.alvinailey.org, dalle pagine Youtube e Facebook, con anteprime, classici reinventati, workshop interattivi e una serie di conversazioni con gli artisti.
Musei alla prova del razzismo: la risposta degli artisti in America. Non so se sia usuale citare un articolo all’interno di un altro articolo, ma questo è un blog che vuole segnalare le cose più interessanti che abbiamo visto, letto e sentito, e il pezzo comparso su Artribune a firma di Maurita Cardone vale una segnalazione (lo trovate qui: https://www.artribune.com/dal-mondo/2020/11/musei-razzismo-stati-uniti/). L’autrice descrive gli effetti che il movimento Black Lives Matter sta avendo sul comparto museale statunitense: le mostre programmate e poi cancellate, le proteste, gli errori che le istituzioni stanno commettendo a riprova di quanto il terreno sia sdrucciolevole, le riflessioni e i commenti dei protagonisti, le azioni dal basso, i dati. Da leggere per tenersi al passo.