Decine di esili creature in bilico tra l’umano, l’animale e il vegetale realizzate in ferro saldato, polvere di ferro, ossidazioni di rame, ruggine e oro zecchino, animano le navate della basilica milanese e chiamano il pubblico a essere non solo spettatore ma parte integrante della mostra.
Pur nelle loro peculiarità le opere sono legate da un unico fil rouge: il rapporto tra uomo e natura, intesa anche come scorrere del tempo e delle stagioni.
ESTRATTO RASSEGNA STAMPA