Alla base della piramide del sistema dell’arte, stanno gli stagisti. Non tutti gli stage hanno parabole comuni, ma è certo che una buona esperienza di stage può rivelarsi propizia sia alla gestazione culturale di una galleria sia alla futura carriera dello stagista.
Così Artsy – piattaforma online di riferimento per chi colleziona e vende arte – ha redatto una cartina al tornasole, concepita step by step, per il gallerista in cerca di uno stagista.
Ve la riproponiamo perché è pragmatica ed empirica, raccoglie le domande utili cui rispondere lungo un processo decisionale alla fine del quale avviare una collaborazione professionalizzante che sappia restituire, a tutti, un bilancio positivo.
#1 Definire il ruolo dello stageur
Prima, imprescindibile, domanda è: “Perché ho bisogno di uno stagista?”.
Insomma, è fondamentale interrogarsi sulla definizione del ruolo dello stagista all’interno della galleria.
– Che durata avrà lo stage?
– Quanti e quali giorni lavorerà, secondo quali orari?
– Quale sarà il suo ruolo e qual è il gusto compenso?
– Quale impatto potrebbe avere sulla programmazione della galleria?
– Come si trasformeranno le attività degli altri membri dello staff?
– Quali saranno le sue mansioni, giorno dopo giorno?
– Quali competenze avrà maturato al termine dello stage?
Artsy ricorda che delegare a uno stagista progetti a lungo termine e di responsabilità garantisce, il più delle volte, risultati di grande successo, oltre che un’esperienza di gratificazione personale. Suggerisce, invece, al gallerista piattaforme come Taskrabbit e Fiverr per attività più esecutive come la riorganizzazione del magazzino o la catalogazione, online, dell’archivio della galleria.
#2 Uno stage: ragionare sull’ABC:
Ancora compiti per il gallerista. Ancora una batteria di domande cui rispondere.
Potrebbero apparire dettagli trascurabili, da gallerista ossessivo-compulsivo, maniaco del controllo; in verità, invece, costituiscono informazioni necessarie alla redazione di un’offerta di stage dettagliata e al reperimento della persona che fa per voi:
– Chi gestirà il lavoro dello stagista, giorno dopo giorno?
– Chi sarà il suo mentore all’interno del team della galleria?
– Possiedo una scrivania su cui potrà lavorare?
– Avrà un computer dotato di software e account adeguati alle sue attività?
#3 Scrivere l’offerta di stage
Qualunque sia il canale attraverso cui il gallerista pubblica un annuncio di stage, la descrizione della posizione aperta dovrà risultare di immediata lettura: si tratta di tradurre le informazioni sin qui raccolte e i requisiti richiesti in una call che abbia appeal.
#4 Promuovere una call. Ecco dove:
– Il sito internet della galleria dovrebbe prevedere una sezione dedicata al “Lavora con Noi” dove elencare le posizioni aperte o per raccogliere candidature spontanee. Coloro che googlano una specifica galleria perché ne conoscono la programmazione si rivelano candidati migliori di chi procede per application di massa, anonime;
– Piattaforme “Art Jobs”;
– LinkedIn.
#5 Il colloquio
La chiave per un colloquio ben fatto sta nella formulazione di domande tailored-made anziché standardizzate e generali; è efficace chiedere al candidato di simulare un incontro con un collezionista o di scrivere una mail.
Un elenco di domande potenziali, utili al gallerista:
– Descriva una situazione in cui ha avuto necessità di persuadere qualcuno: qual è stato il risultato?
– Ha mai gestito un progetto che non è andato secondo i piani? Come?
– Come organizza il suo tempo quando deve affrontare molteplici scadenze?
– Mi descriva un esempio di quando si è sentito oberato di lavoro e stressato.
– Come ha gestito il lavoro con qualcuno con cui non andava d’accordo?
– Mi descriva il migliore partner o supervisore con cui ha lavorato. Che cosa stimava di lui/lei?
Lo stage, si sa, è un passaggio obbligato.
Non resta che augurare in bocca al lupo a voi, stagista o gallerista che siate.