Barefoot è un’idea semplice.
Un ciclo d’interviste a galleristi italiani, con ventuno domande e ventuno risposte. Non solo arte, ma anche letteratura, musica, cibo e tanto altro. Piccoli spunti di riflessione e di ispirazione.
Per entrare e mettersi comodi, a piedi nudi, tra le mura di una galleria.
1. Città d’origine. Città attuale e città nella quale vorresti aver vissuto, in questa vita o in un’altra.
Mia città natale e mia città attuale: Venezia.
Mi sarebbe piaciuto vivere a Parigi nei primi anni del Novecento con l’ambizione di frequentare il salotto di Gertrude Stein.
2. Il progetto di ricerca della galleria in un tweet.
Ad accomunare gli artisti con cui collaboro è un’indipendenza di percorso e di pensiero. Mi piace lavorare con chi persegue una ricerca rigorosa lontana dal mood del momento. Per il resto, la linea della galleria è piuttosto eclettica, come me.
3. Il mestiere del gallerista è.
È un mestiere complesso, richiede peculiarità molto diverse tra loro e grande talento.
4. Una galleria, Italia a parte, che vale la pena visitare.
Una che sarei a mia volta curiosa di visitare: Hauser & Wirth a Los Angeles.
5. La passione più grande.
Il mio lavoro.
6. Chiudi gli occhi e immagina una gioia.
Fuor di retorica, mi angoscia il destino del nostro pianeta. Una grande gioia sarebbe sapere che si stanno attuando pratiche per risolvere la drammatica questione del surriscaldamento.
7. Un libro che ti ha ispirato.
Danny l’eletto di Chaim Potok. Mi ha fatto comprendere che tipo di persona avrei voluto essere.
8. Beatles o Rolling Stones?
Rolling Stones.
9. Marina Abramovic o Ulay?
Nessuno dei due.
10. Zuppa di?
Vellutata di zucchine.
11. Il bollettino di salute dell’arte contemporanea, in Italia.
Tutto sommato si difende meglio di altri. Si auspica sempre un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni che faticano a tenere il passo.
12. Un personaggio della Storia con cui avresti voluto sbronzarti.
Con Hemingway all’Harry’s Bar.
13. Una/un donna/uomo della letteratura che avresti voluto amare.
Il Conte di Montecristo, ossia Edmond Dantès.
14. Un detto popolare della tua terra.
Muso duro e baretta fracada (ovvero uno incazzato nero).
15. Il vino più buono mai bevuto.
Quello bevuto in ottima compagnia.
16. Il miglior artista di tutti i tempi, nella storia dell’arte. E perché.
Che domanda impossibile! Direi Opalka. Per la risolutezza del progetto, l’universalità dell’idea e la profondità del contenuto.
17. Il menù che cucini per una cena fra amici.
Purtroppo non so cucinare.
18. Il pezzo musicale che ogni essere umano dovrebbe aver ascoltato almeno una volta nella vita.
The Carpet Crawlers, Genesis.
19. Quando hai bisogno di “spegnere il cervello”: strategia?
Trascorro del tempo da sola, con un film o un libro. I gialli sono degli eccezionali scacciapensieri.
20. Sindrome di Stendhal. Ti è mai davvero capitata? Quando?
Il concerto di Morricone in piazza San Marco. Ricevetti un invito dal proprietario dell’unico palazzo che si affaccia sulla piazza, salii le scale e raggiunsi la terrazza. Alzato lo sguardo, per la vista mi dovetti sedere.
21. Lasciaci un frame di te, fra vent’anni.
In un rustico immerso nella natura e con cari amici intorno.