La “Battaglia di Anghiari” di Leonardo non è mai esistita. Proprio così: se n’è dibattuto per decenni, ma l’opera considerata perduta del genio di Vinci, in realtà non sarebbe mai esistita. Secondo il team internazionale di studiosi che si sta occupando della vicenda i lavori per la realizzazione del grande affresco in Palazzo Vecchio si interruppero prima della fase pittorica.
“I nuovi studi ci hanno permesso di ridirezionare la ricerca -ha spiegato Francesca Fiorani, docente di storia dell’arte moderna dell’University of Virginia-, siamo passati dalla domanda fondamentale ‘dove sta la Battaglia di Anghiari’ a una domanda diversa: ‘c’è stata la Battaglia di Anghiari?’. Ecco, a questa domanda si può dare una risposta basata sulla rilettura dei dati noti e sullo studio di nuovo dati: Leonardo non ha mai dipinto la Battaglia su quel muro”.
I musei americani vendono le opere per far fronte alla crisi. A mali estremi, estremi rimedi: i musei americani approfittano di una regolamentazione meno rigida, varata proprio per far fronte alla crisi indotta dall’emergenza Covid, per vendere le opere delle proprie collezioni e rientrare così delle perdite conseguenti alla pandemia.
I musei americani cercano dunque di tamponare l’emorragia in atto, trovandosi davanti alla non facile decisione di salvare capitale umano o opere d’arte. Sembra che ciò che sta avvenendo in America ora, è il dilapidarsi di grandi collezioni museali per guadagnare qualche soldo che ci si augura possa dare un po’ di respiro alle istituzioni in difficoltà.
Avranno ragione loro?
Gerard Richter da Gagosian a New York e Los Angeles. Il pubblico avrà presto la possibilità di rivedere una selezione di opere tratte dalla retrospettiva di Gerhard Richter del Met Breuer, chiusa a soli nove giorni dalla sua apertura a causa dell’epidemia di coronavirus. Gagosian presenterà la serie di dipinti “Cage” di Richter nel suo spazio di Los Angeles dal 3 dicembre al 30 gennaio e nella sua galleria di New York dal 25 febbraio al 10 aprile.
I dipinti erano una parte fondamentale di “Gerhard Richter: Painting After All”, che occupava due piani al Met Breuer a marzo.
I dipinti giovanili di Edward Hopper sarebbero delle copie. Stando allo studio recentemente condotto da Louis Shadwick – studente del Courtauld Institute di Londra – e pubblicato sulla rivista accademica Burlington Magazine, una buona parte dei dipinti giovanili di Edward Hopper sarebbe il risultato di una serie di copie di opere d’arte apparse su riviste del suo tempo. Non lavori originali, dunque, ma riproduzioni più o meno fedeli di immagini tratte da magazine di fine Ottocento. Nello specifico, la ricerca di Shadwick ha fatto riferimento a una serie di vecchi numeri del mensile Art Interchange, un periodico per dilettanti e studenti d’arte diffuso all’epoca dell’artista.
Da qualche parte bisognava pur cominciare.
Il Forum dell’Arte Contemporanea Italiana lancia la campagna #arteculturabenicomuni (e aderiamo anche noi). Sulla base della paralisi e chiusura di centinaia di spazi artistici e culturali, della precarietà del lavoro nell’arte, della crisi che ha investito l’intero comparto, il Forum dell’Arte Contemporanea ha invitato gli spazi del contemporaneo a unirsi in un intervento collettivo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi governativi una condizione non più sostenibile.
Dal 10 ottobre le diverse realtà che hanno aderito all’iniziativa – musei, gallerie, spazi no profit – presentano sulle facciate degli propri spazi artistici e culturali e sulle piattaforme online sei statements emersi dall’edizione di emergenza di maggio, sei punti programmatici per riconoscere il ruolo essenziale per la società del nostro patrimonio artistico e culturale vivo.
Li leggete qui sotto.